Export Italia-Russia, a gennaio persi altri 246 milioni di euro
02.03.2015 09:53
di Claudio Riccardi | 28 Febbraio 2015 - 16:01
L'embargo e le sanzioni alla Russia producono un -37% per le esportazione di prodotti italiani a Mosca. Avanza la contraffazione e la concorrenza degli Stati Uniti.
Un crollo verticale dettato dai riflessi di un’instabile situazione politica.
Le esportazioni di prodotti italiani in Russia nel 2015 sono crollate del 37%, in fumo sono andati 246 milioni di euro nel solo mese di gennaio.
L’analisi prodotta dalla Coldirettisulla base degli ultimi dati Istat sul commercio estero riferisce inoltre che le tensioni politiche e le sanzioni in Russia hanno pesato anche sugli scambi anche di prodotti non colpiti direttamente dall’embargo.
Quindi, non c’è solo la lista dei prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi e pesce, ma c’è tanto altro.
In una nota Coldiretti precisa:
"Ai danni diretti vanno aggiunti quelli indiretti determinati dalla diffusione sul mercato russo di imitazioni low cost dei prodotti italiani che rischiano di scalfire l’immagine dei prodotti originali nel tempo, dal parmesan al provolone, dalla mozzarella al salame."
È dunque a rischio la tutela dei marchi «made in Italy», sono a rischio le fette di un mercato che sta per diventare appannaggio di concorrenti non europei. Nel 2014 l’Italia ha lasciato sul campo 5,3 miliardi nell’interscambio con la Russia (-17%).
Al contrario, nei primi nove mesi 2014 le imprese di provenienza USA hanno accresciuto l’export verso il Cremlino del 23%.
Da un anno a questa parte gongolano anche turchi e cinesi, l’impressione è che sarà così per altri mesi a venire.
Registriamo sulla questione le parole di Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e di Conoscere Eurasia:
"In poco tempo s’è riusciti a bruciare anni di lavoro delle nostre imprese, che avevano fatto della Russia il mercato di sbocco più promettente per il paese".
Nel periodo 2000-2013, le esportazioni dall’Italia verso la madre Russia erano cresciute del 327%, al punto da posizionare il nostro paese come secondo partner europeo di Mosca.
Gli imprenditori di casa nostra però, non vogliono tanto arrendersi, sono convinti dell’importanza di questo mercato. E stanno pensando di compensare lo stop all’export con nuovi investimenti da destinare all’avvio di produzioni in Russia per i mercati dell’Est Europa.
L’ambasciatore italiano a Mosca, Cesare Ragaglini, ha parlato di conversione «dal Made in Italy al Made by Italy».
Di questo avrà occasione di discutere il premier Matteo Renzi, atteso a Mosca dal collega Vladimir Putin il prossimo 5 marzo.
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