Il Top del Lusso in Russia ? Stivali da pioggia made in Italy
Chiara Bellini: mamma, stilista e imprenditrice. 32 anni e madre di due bambine in un anno ha disegnato la collezione che ha trainato l'azienda di famiglia fuori dalla crisi: stivali e persino sandali in plastica che hanno conquistato il mercato di alta gamma della Russia. La chiave del successo? Made in italy e capacità di innovare. così, dice una ricerca della Bocconi, le imprese a conduzione familiare italiane sono riuscite a tenersi a galla negli anni neri della crisi.
Il viaggio di stivali e borse in plastica, laminati in oro o a stampa coccodrillo, che stanno conquistando le vetrine dei negozi di lusso di mosca e di mezza russia parte da Cizzolo, un paesino di 700 abitanti avvolto dalle nebbie e dal silenzio della pianura padana. un successo controcorrente – dal 2008 ad oggi il manifatturiero italiano ha perso oltre un milione di posti di lavoro – che racconta la storia dell’Italia delle imprese di famiglia che con un tetris di rischio e gusto della metamorfosi sono riuscite a vincere il corpo a corpo con la crisi. dietro ci sono una giovane stilista, chiara bellini 32 anni e madre di due figlie, i due fratelli Lorenzo e Michele e l’azienda fondata dai bisnonni nel 1927 per produrre zoccoli di legno e poi stivali da lavoro in pvc. quando dalla Russia cercano un marchio che (ancora) non esiste “la genesi del marchio che porta il mio nome – spiega chiara bellini – è in un incontro al Micam, una fiera di settore, quando un cliente russo ci ha chiesto se esistesse un marchio di lusso, completamente italiano, in grado di produrre stivali per l’inverno rigido del nord, fashion e femminili”. non c’è – rispondono lei e i fratelli - ma ce lo inventiamo. un anno di lavoro non-stop e oggi il colosso rendez vous ha chiesto l’esclusiva di alcuni prodotti, come gli stivali con interno in vero montone. ma in Russia hanno portato persino i sandali. soccombere alla crisi o cambiare: la scelta del lusso all’inizio degli anni duemila, con l’avvento dei prodotti in gomma super economici provenienti dalla Cina, il settore viene polverizzato. tra la strada dell’infortunistica (la più battuta) e quella del lusso (di nicchia) scelgono la seconda. “e’ stata una scommessa – racconta oggi chiara – anche perché cambia completamente il modo di produrre, ora possiamo dire che è andata bene”. iniziano quindi a specializzarsi nella produzione per i grandi nomi del lusso. e va bene, anche se non in modo indolore resistono alla crisi iniziata nel 2008 e persino a fondare un altro marchio. anche se, dicono i dati di asso calzaturifici, la grande depressione del settore non è certo finita: l’Italia potrebbe essere vicina al triple dip del ciclo economico – scendere cioè, per la terza volta dal 2008, sotto la soglia di allarme dei 200 milioni di paia messe sul mercato quando la media pre-crisi era di 25 milioni in più – il lusso ha performance stellari. i dati sono nell’ultimo rapporto bocconi-alta gamma: nel 2014 valeva 223 miliardi ed è cresciuto del 5%. si legge infatti: "un aspetto positivo il fatto che qualità e innovazione si dimostrano ancora un fattore importante di successo e che l'alto di gamma è il segmento in maggior salute". "quando allattavo mia figlia rispondendo ai fornitori" mentre creava la prima collezione chiara era incinta. e anche pochi giorni dopo la nascita di margherita non si poteva certo fermare: "ci sono stati dei giorni, quando non aveva nemmeno un mese - racconta ridendo - che allattavo mentre scrivevo mail ai clienti e ai fornitori per finire tutto il tempo". lo stesso vale per i fratelli - tre figli il maggiore, due il minore: per andare da casa all'ufficio serve solo attraversare la strada e spesso, a ridosso delle fiere o delle consegne, è un percorso che fanno al buio, al mattino presto o di sera. e' con questo spirito che l'Italia delle imprese a conduzione familiare - il 40,7% del totale, il dato più alto in Europa - è riuscita ad invertire la tendenza dopo aver subito in modo pesante la crisi tra il 2008 e il 2009. a dirlo è l'osservatorio aub dell'università bocconi: "lo dimostra - si legge - il divario positivo di 10 punti di incremento del fatturato realizzato tra il 2009 e il 2013 rispetto alle aziende non familiari". la triade del successo: italianità, tradizione e innovazione completamente prodotta e realizzata in Italia – come piace tanto all’estero – la collezione coniuga l’esperienza maturata negli anni di lavoro nell’azienda di famiglia, che si chiama Maresca, e l’innovazione. e così ci sono stivali e accessori in pvc, come scritto nel dna dell’impresa, con con inserti di pelle e oro, coccodrillo e metallo che riflettono il mood del mercato di oggi. “una borsa a forma di palla? ma smettila!” e poi finisce su Vogue tre fratelli – due stilisti, chiara e Michele, e un project manager, Lorenzo – e un fase creativa collettiva che ricorda le serate in famiglia. e’ Lorenzo, ad esempio, a pensare alla borsa a forma di palla. gli altri ridono. poi lo appoggiano, consultano i tecnici, preparano lo stampo e scelgono i colori. qualche mese dopo si chiamerà rock’n ball e finirà sulle pagine di Vogue.
Esportare la Dolce Vita, Calenda: “200mln per investimenti nel Made in Italy”
Redazione Arezzo Notizie
“Il Made in Italy, anche nel settore dell’oreficeria, è la nostra forza e valorizzarlo per noi è essenziale”.
E’ il vice Ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda a sottolineare ancora una volta l’importanza di provenienza e confezione dei prodotti dell’eccellenza italiana. L’occasione quella offerta dal convegno della Federorafi di Confindustria Arezzo dedicato alle opportunità di crescita che i nuovi mercati esteri offrono al settore orafo in Italia.
“Esportare la Dolce vita”, questo il titolo dell’incontro che ha presentato un report dettagliato sul mercato nazionale ed internazionale con particolare attenzione alle aziende del settore.
“Nonostante la crisi economica – ha commentato il vice ministro – il settore orafo italiano vanta una posizione primaria sia nella produzione del lavorato che nell’export. Giornate come quella di oggi servono per riflettere concretamente su aspetti di particolare attenzione. Dobbiamo trovare la giusta strada per valorizzare a pieno i prodotti “belli e ben fatti” e presentarli nei paesi con economia emergente. In questo senso abbiamo preso in analisi i 30 paesi economicamente più dinamici.”.
Un percorso non certo semplice ma che trova appoggio anche nello “Sblocca Italia” dove viene riservato uno spazio ben preciso alla crescita del “Made in Italy”.
“Con questa manovra prevista dal Governo Renzi – ha sottolineato Luca Paolazzi, Direttore Centro Studi Confindustria – l’export dovrebbe crescere di 50 miliardi con una ricaduta di un punto percentuale sul Pil”.
Secondo quanto emerso nello studio presentato durante la giornata nel 2019 il nostro export, nei 30 paesi indicati, potrà raggiungere i 16,6 mld di euro, in aumento del 40% rispetto al 2013 e di 23 punti superiore alla dinamica stimata per le esportazioni nei mercati maturi. Di questi 16,6 mld, ben 3 mld saranno rappresentati da prodotti di oreficeria-gioielleria, con una quota rilevante in più verso gli Emirati Arabi. Anche la Russia, nonostante in questo periodo la politica renda gli operatori più prudenti e le transazioni più caute, nel medio termine offre grandi occasioni imprenditoriali. Per la prima volta in questa edizione sarà presentato un focus sull’importanza della cultura e della produzione audiovisiva italiana come veicolo di esportazione di prodotti “belli e ben fatti”.
“Visto il mercato interno così fermo, per le imprese esportare è diventata una vera necessità, ed inoltre nel mondo c’è una domanda crescente di “Made in Italy”, anzi, l’Italia rappresenta il Paese con il maggior potenziale di crescita inespressa. Si stima che entro il 2019 ci saranno 202 milioni di nuovi clienti la maggior parte dei quali in Cina, India, Brasile e Russia, mentre la domanda rimarrà debole in alcuni mercati avanzati – afferma Ivana Ciabatti, Presidente della Sezione Orafi di Confindustria Arezzo – tutte economie in cui il made in Italy già oggi afferma il proprio valore e rappresenta per i consumatori uno status, grazie alla forza dei marchi italiani. Siamo convinti che il nostro settore possa crescere e svilupparsi, purché gli Enti preposti ci diano una mano riducendo gli ostacoli che abbiamo: difficoltà di accesso al credito, dazi doganali, bassa capitalizzazione delle imprese, alleggerimento della burocrazia e delle tasse”.
Salvatore Biscotti: il termolese che conquista il Brasile a suon di delizie
TERMOLI 31 gennaio, 2015 .
C’è un termolese che, smesso di fare il commerciante di articoli sportivi per colpa della crisi economica, non si è fatto abbattere dalla crisi e prendendo il “toro per le corna” ha deciso di prim’acchitto di cambiare totalmente vita e attività …

Stiamo parlando di Salvatore Biscotti, molto conosciuto nella nostra città, che andandosene via dall’Italia, ha raggiunto il Brasile dove ora fa lo Chef e pare anche con grande successo, tanto da fargli meritare interviste su grandi riviste del settore culinario e addirittura partecipazioni a trasmissioni di cucina in tv carioca di grande successo.
Noi lo ascoltiamo via internet e gli chiediamo di raccontarci questa sua nuova vita tra i fornelli: “Nell’intervista che mi hanno fatto su questa rivista molto importante nella regione dove mi trovo attualmente, “il Paraná”, racconto che fin da piccolo ho avuto la passione della cucina, tramandata dai miei genitori che avevano un ristorante a San Menaio sul Gargano.
Poi, trasferitomi a Termoli, ho aperto insieme alla mia ex moglie un circolo privato a Rio Vivo dove si mangiava divinamente.
Con l’arrivo della crisi in Italia sono stato quasi costretto a prendere una drastica decisione : cambiare Paese, modo di vivere e soprattutto mettermi ancora una volta in gioco. Ho scelto il Brasile, terra molto calda. Io adoro il caldo”.
A parte il caldo, un cambio così drastico di vita e di attività, visto che qui facevi tutt’altro, non ti ha creato problemi di ambientamento o adattamento?
“Qui non ho avuto problemi ad adattarmi. Qui sono latini, il carattere assomiglia molto al nostro e mi sento quasi come a casa. Si respira allegria. Certo anche qui oggi non sono tutte rose e fiori, ma la vita si riesce a prenderla nel modo giusto”.
Su Youtube abbiamo visto una tua partecipazione a un programma di cucina dove stavi preparando un ottimo piatto italiano, la cosa divertente è il tuo parlare brasiliano abbastanza maccheronico.
“Si, in effetti ho ancora da perfezionare il brasiliano, ma è molto facile soprattutto capirlo. Ma tu sai che un italiano quando vuole sa farsi capire … adesso sto facendo conoscere la vera cucina italiana in Brasile e Paraguay, dove amano mangiare bene. Ho vinto anche un premio ad Asunçao, la capitale del Paraguay”.
Hai dei progetti nell’immediato in Brasile?
“A questo punto sto cercando di realizzare il mio sogno: insieme alla mia ragazza e mio figlio aprire il Primo vero ristorante Italiano in Brasile, sono molto fiducioso e … che Dio ci aiuti”.
Oltre a cucinare, quando non sei tra i fornelli come ti svaghi nel tempo libero?
“Non dimentico la mia passione sportiva, come ricorderai a Termoli con il calcio a 5 e io, tutte le mattine, insegno calcio ai bimbi delle favelas. Due settimane fa sono stato in aula in una città turistica vicino Rio de Janeiro che si chiama Buzios; sono molto soddisfatto dei risultati, ma ripeto: il mio lavoro principale qui è insegnare la vera cucina italiana nei migliori ristoranti e hotel. Qui amano tanto la nostra cucina”.
La differenza più vistosa tra il nostro popolo e quello brasiliano?
Il popolo brasiliano non si piange addosso come sappiamo fare bene noi italiani. Loro cadono? Certo, ma il giorno dopo si rialzano e ricominciano daccapo”.
…In pratica come hai fatto tu. In questo sei un perfetto brasiliano.
“Può essere, in questo mi sento molto brasiliano anche se nessuno può farmi diminuire l’amore che comunque nutro per il mio paese e che cerco di promulgare proprio con l’arte culinaria che è lo specchio fedele della cultura e tradizione di ogni paese”.
Salvatore, fatti onore in Brasile… un saluto dalla tua Termoli.
Dalla Russia opportunità per luxury e Made in Italy
Cresce il mercato del turismo del lusso e dell’extra lusso in Italia come conferma il report di BIT: “Viaggio nel Turismo di Lusso Made in Italy”. Il turismo luxury nel 2013 ha il 12,2% sul totale e il segmento dell’extra lusso del 4%.
Lo conferma Giulio Gargiullo Online Marketing Manager da più di dieci anni impegnato fra Italia e Russia in un’intervista rilasciata all’emittente SKY Reteconomy nell’ambito della “Luxury Week”, venerdì 27 mattina sul canale 816 di SKY o sul sito reteconomy.it .
Gargiullo parlerà del settore luxury e marketing del lusso in Russia, soprattutto nel settore del turismo e il suo collegamento con l’Italia. Giulio Gargiullo, nell’ambito dell’intervista, consiglierà come attrarre i turisti russi facoltosi in Italia.
Giulio Gargiullo opera da più di dieci anni fra l’Italia e la Russia, portando le eccellenze del Made in Italy nella Federazione Russa e in altri paesi russofoni. Come afferma Gargiullo: “Nonostante l’incertezza data dalla crisi ucraina e il rublo instabile la Russia rimane uno mercati più interessanti del mondo per quel che concerne il lusso, sopratutto grazie al turismo in Italia”.
Oltre al mercato della Federazione Russa bisogna anche calcolare tutti gli acquisti dei cittadinille russi all’estero. L’Italia è una delle mete preferite per gli acquirenti russi che acquistano beni di lusso ed extra lusso. Nonostante la crisi del rublo e le tensioni con l’Ucraina, i turisti russi sono fra quelli che spendono di più nel Bel Paese, assieme ai cinesi (rispettivamente al secondo e al primo posto), come emerge da una recente indagine di dicembre-gennaio 2014 di Global Blue.
Un’ulteriore conferma dell’attrattiva del nostro Paese viene da un report di SLH, Small Luxury Hotels of the Worlds per l’osservatorio della BIT – Borsa Internazionale del Turismo 2015 che rivela che l’Italia è il paese preferito dagli affluent travellers internazionali.
Conclude Giulio Gargiullo:”Le aziende italiane che producono prodotti di qualità, anche di nicchia ma artigianali, unici ed esperienziali, in qualsiasi settore, possono attrarre clienti e turisti russi grazie ad un sito internet appositamente localizzato e delle campagne di marketing gestite da professionisti del mercato russo”.