Lusso, le cifre di un mercato che va

 

La Cna: il portafoglio ordini del 2015 caratterizzato da yach sempre più grandi

NAUTICA 07 febbraio 2015

VIAREGGIO. Dalla crisi economica non usciremo in tempi brevi, ma il mercato del lusso galoppa. È uno degli elementi messi in luce dal Rapporto di Cna produzione/nautica su “Dinamiche e prospettive della filiera italiana del diporto nautico”, presentato ieri mattina al Seatec di Carrara dal responsabile nazionale Cna Produzione, Giancarlo Gamberini e firmato da Lorenzo Pollicardo, esperto del settore e consulente di Cna. «L'attuale scenario di previsione è caratterizzato - scrive Pollicardo - da elevati livelli di incertezza. Gli ampi margini di variabilità sono legati all'evoluzione del commercio internazionale, alle condizioni di incertezza economica e politica che influenzano gli operatori economici nelle loro decisioni e all'efficacia dei recenti provvedimenti normativi contenuti nel "Job Act" e nella legge di stabilità». Su questo sfondo si muove un mercato globale del lusso «in crescita del 5% a tassi di cambio constanti (+2% a tassi correnti)». Lusso vero, quello da "fascia altissima", quello "assoluto". Che comprende anche gli yacht, meglio ancora se maxi o "giga" che «ritornano ad una crescita positiva, seppur moderata (+2% nel 2014) mentre le vendite di jet privati aumentano del 9%, trascinate dalla domanda nei mercati emergenti, Brasile su tutti».

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Da queste basi la nautica prova a rialzare la testa dalla "botta" incassata dal 2008 in poi, così fotografata da Pollicardo: «La variazione in negativo tra il valore di fatturato complessivo della nautica del 2008 (6,18 miliardi di euro) e quello del 2014 (2,45 miliardi di euro) è pari a oltre il 60%. Osservando il picco minimo del 2012, rispetto al 2008, momento di massimo crescita, si può verificare che il fatturato della cantieristica nautica nel quadriennio 2008-2012 è calato ben dell'88%.
Per il 2015 le previsioni tornano a raccontare una prospettiva migliore ma non per tutti. Tanto che il rapporto Cna stima «una leggera fase di crescita» ma «ancora molto lenta e faticosa» soprattutto per le aziende che non si siano strutturate «per esportare al di fuori del Mediterraneo e dell'Europa». Verso quegli Stati Uniti, per esempio, dove «i numeri che caratterizzano la ripresa del mercato nautico sono impressionanti: un miliardo di dollari in export; quasi novemila unità da diporto importate; 185.000 unità vendute con previsioni di oltre duecentomila».
Se una certezza c'è, la si trova in un altro dei dati dell'analisi: chi ha denaro per una barca punta in alto. «Il nuovo portafoglio ordini 2015 è caratterizzato da yacht di dimensioni sempre maggiori. In termini economici complessivi il segmento produttivo dei grandi yacht rende l'Italia leader mondiale. A fronte di 734 nuove unità oltre i 24 metri attualmente in costruzione nel mondo, ben 269 fanno capo a cantieri italiani per una lunghezza totale degli yacht di produzione italiana pari a oltre diecimila metri, ed una lunghezza media pari a trentanove metri».
La classifica dei trenta maggiori costruttori al mondo di giganti del mare dà i gradi al nostro Paese: «Risulta straordinaria la posizione dei cantieri italiani», sottolinea il rapporto Cna, visto che «ben nove sono tra i primi trenta, e soprattutto per il fatto che i primi tre della graduatoria, rispettivamente Azimut/Benetti, SanLorenzo e Ferretti, risultano italiani». Azimut e SanLorenzo portano in graduatoria il nome di Viareggio, così come Fipa Group (dodicesimo posto) e Perini Navi (ventottesimo). Viareggio (e la Toscana) significano nautica nel mondo. E da qui ora si può davvero ricominciare.
Donatella Francesconi
 

 

 

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