«Basta contratti a termine qui in Brasile vivo meglio»

Cosa l’ha spinta a fare una scelta così radicale?
«In Italia la situazione è molto triste, e gli ultimi lavori che ho fatto mi imponevano ritmi e condizioni produttive molto difficili, con lo spettro del mancato rinnovo del contratto a termine, che rende il lavoratore in Italia come uno schiavo moderno».
Come si chiama la città in cui vive e che opportunità potrebbe dare a un giovane italiano?
«La cittá si chiama São Luís, stato del Maranhão, nel nord-est brasiliano. Di lavoro ce n’è tanto; appena arrivato mi sono riposato un giorno e il giorno seguente ero giá al lavoro; i contratti sono a tempo indeterminato con tre mesi di prova, come succedeva in Italia prima della riforma. La cittá è in costante crescita occupazionale, tanto che in pochi anni é cresciuta vertiginosamente, e anche in maniera disordinata. Opportunità ve ne sono soprattutto nel campo della logistica e nel comparto delle costruzioni civili... e anche nel campo della medicina. Un dottore o un ingegnere guadagna il doppio che in Italia, fatte le debite proporzioni sulla base del costo della vita, e sono ricercatissimi».
Lei di cosa si occupa e quanto guadagna al mese, in euro?
«Io lavoro come agente marittimo per un impesa danese (Lachmann); in euro guadagno circa un 1500 euro al mese. Ma attenzione, in Brasile 1500 euro al mese sarebbero come 3500 in Italia...il costo della vita é circa meno della metá che in Italia; per esempio una casa nuova con giardino e piscina come ho comprato, costa circa 70.000 euro, e le banche ti finanziano il 110% C´é un programma che si chiama “Minha casa minha vida”, dove il governo incentiva le banche a finanziare i mutui».
Consiglierebbe a un giovane senza lavoro in Italia di tentare la strada del Brasile?
«Diciamo che lo consiglerei ai giovani con tanto spirito di adattamento. Le differenze culturali ci sono e per un europeo in generale ci vuole un po’ per capire l´ambiente. Una buona notizia: qua esiste la meritocrazia! Bisogna aggiungere che sicuramente per laureati in medicina o ingegneria civile qua è il paradiso: ti assumono seduta stante, bisogna però prima imparare il portoghese. È sicuramente meglio venire qua con la conoscenza della lingua e con un minimo di soldi, diciamo 10mila euro per le prime spese necessarie».
Cosa le manca di Carpi?
«Di Carpi mi mancano la mia famiglia e i miei amici...; poi per il resto sto bene qua. Le condizioni climatiche sono davvero favolose, specialmente in inverno: qua ci sono sempre 30 gradi».
Vista la sua esperienza all’estero, ha qualche idea da suggerire al nuovo sindaco di Carpi, Alberto Bellelli?
«Mi dispiace dirlo, ma ormai Carpi è una città soprattutto a misura di pensionati. Consiglierei al sindaco di Carpi di investire in centri specializzati per il lavoro, di scendere in strada e sentire la voce della gente. Una buona cosa che fanno i politici qua è proprio scendere in strada e sentire l’opinione della gente».
Tornerà a vivere a Carpi o è un addio definitivo?
«A Carpi ci tornerei solo per un offerta di lavoro dai 3500 euro netti al mese in su, altrimenti ci vengo in ferie 2 o 3 settimane all´anno, per vedere i miei e fare quattro chiacchiere in dialetto con gli amici».