La Russia si accinge a produrre petrolio sintetico

Specialitsti russi lavorano per poter produrre sinteticamente petrolio leggero di alta qualità utilizzando come materie prime gli scisti e i residui della trasformazione del petrolio pesante. Per qualità il petrolio sintetico sarà paragonabile al migliore petrolio leggero norvegese, sostengono gli autori della relativa tecnologia. Il costo di produzione del nuovo petrolio non supererà 30 dollari al barile.
Il petrolio sintetico sarà la base del combustibile del futuro, più ecologico e a più alto contenuto di energia. Tuttavia la sua produzione richiede alte tecnologie, sebbene le materie prime siano del tutto accessibili. Si tratta, in particolare, degli scisti e dei residui della trasformazione del petrolio pesante. Gli USA e alcuni paesi dell’Europa Occidentale hanno messo a punto i propri processi di produzione del combustibile liquido i quali sono adesso in fase di introduzione o di progettazione e sperimentazione.
Anche la Russia intende ottenere il petrolio sintetico che serva da base del nuovo tipo di combustibile. Ciò è dovuto ai sempre più elevati requisiti ecologici e quelli di efficacia nei confronti della della benzina, del cherosene e del gasolio.
“In Russia ci sono molti scisti e i residui della trasformazione del petrolio pesante sotto forma di sottoprodotto, ossia di catrame, sono disponibili in qualsiasi raffineria”, dice il direttore del progetto Liudmila Guliaeva, capo del laboratorio dei processi di idrogenazione dell’istituto. Resta solo trovare un procedimento che consenta di utilizzare queste materie prime con spese minime e con un massimo rendimento pratico. In precedenza anche nell’URSS venivano trasformati scisti. Secondo Liudmila Guliaeva, bisogna riempire queste idee di un contenuto moderno e adattarle per lo sviluppo dei settori civili dell’industria.
Gli specialisti russi propongono la seguente ricetta: l’emulsione preparata di acqua e di catrame viene mescolata con scisti triturati fino ad alcuni micron. Questa miscela, a determinata temperatura che non le permette di solidificarsi, viene alimentata in uno specile apparato nel quale viene introdotto anche ossidante. In seguito alla combustione incompleta di questo “cocktail” viene emesso gas. Il gas viene liberato dalle impurità nocive e trasformato, mediante determinate reazioni chimiche, in syngas. Quest’ultimo, a sua volta, viene introdotto in un complesso sistema tecnico dove entra di nuovo in una reazione. Alla fine il syngas si trasforma in inrocarburi superiori, ossia in petrolio sintetico.
Tale petrolio può essere separato in benzina, cherosene, gasolio ed altre frazioni da usare per ottenere i necessari tipi di combustibile. L’aspetto più complesso di questa tecnologia è la necessità di individuare tutte le condizioni indispensabili per la realizzazione dei summenzionati procedimenti, spiega Liudmila Guliaeva.
Stando ai creatori della tecnologia, il petrolio sinteticio ottenuto in questo modo sarà paragonabile per qualità al migliore petrolio leggero norvegese e consentirà di produrre combustibile di alta qualità. Il costo di produzione del nuovo petrolio non sarà superiore a 30 dollari al barile.
“Il combustibile ottenuto da tale materia prima sarà molto più ‘pulito”, in quanto nel nostro petrolio sintetico sarà del tutto assente zolfo. È un enorme vantaggio”, asserisce Liudmila Guliaeva. Se in Siberia, nell’Estremo Oriente, nell’Artico saranno costruite aziende a moduli per la produzione di benzina, cherosene e gasolio dalle materie prime sintetiche, si può ottenere un buon rendimento. Si potrà allargare l’assortimento dei prodotti delle raffinerie ed elevare sensibilmente la qualità del combustibile. Si ridurrà quindi l’impatto sull’ambiente, conclude la ricercatrice.